Discriminare significa discernere, distinguere, ossia compiere una differenziazione di persone, cose o situazioni sulla base di alcuni parametri.
Ogni giorno si compiono atti di discriminazione: quando si acquista un oggetto piuttosto che un altro, quando l'insegnante attribuisce una votazione diversa ai compiti degli alunni, quando si sceglie se salutare o meno un conoscente. Saper discriminare è necessario, e quindi legittimo.
Ma allora, quali sono le discriminazioni non ammissibili? Il principio di non discriminazione prevede due contesti:
1) trattamento diverso di situazioni uguali;
2) trattamento uguale di situazioni diverse.
Se il primo contesto è molto noto, il secondo lo è meno. L'uguaglianza non è un valore, soprattutto nelle situazioni diverse. Non bisogna mai perdere di vista il vero senso della giustizia, che è unicuique suum tribuere.
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